lunedì, luglio 02, 2007
CINEMA (ending..): La tigre e la neve+saluti
mercoledì, giugno 20, 2007
BASKET: Campo estivo alla Sam
giovedì, giugno 14, 2007
CINEMA: Professione doppiatore
L’Italia è uno dei pochi paesi che può vantare una lunga e storica tradizione di doppiaggio,nonostante nei primi tempi,e si parla di diverse decadi fa,chi dava voce ai volti degli attori non era osannato,anzi trovava più critiche che assensi. Nata comunque per esigenze di scarsa alfabetizzazione nazionale,la figura del doppiatore fu interpretata agli esordi da pochi volenterosi,i soliti noti che ritroviamo sempre in ogni film dell’epoca. Successivamente,e per giusti meriti,questa professione è stata molto valorizzata,fino a giungere all’importanza che ha acquisito negli ultimi anni. Fare il doppiatore richiede grande sacrificio,un ferrea determinazione,l’essere “attore” fuori dagli schermi e senza un pubblico dinanzi. La questione,dunque,non è discorso di impegno lavorativo,ma solitamente nasce quando il pubblico si divide su una stessa opinione. Perché è ormai chiaro che da tempo c’è chi sostiene che una qualsivoglia pellicola cinematografica possa incrementare il proprio valore,se proiettata in lingua originale. Ci sono altri,invece,per i quali i sottotitoli creano disagi nella lettura e l’idea di privare i loro idoli della voce che li ha fatti “innamorare”,è vista come delitto sacrosanto. Altri ancora si astengono. Certo,se si pensa a voci storiche come quelle di Ferruccio Amendola o Giancarlo Giannini,i doppiatori di icone hollywoodiane quali Robert De Niro e Al Pacino,ma anche a certe “nuove” leve come Luca Ward,Roberto Pedicini,Alessandro Rossi, Tonino Accolla e via citando,si fa presto a schierarsi con i secondi. Ma se si assiste a Festival o Mostre del Cinema,come quella di Venezia,dove si rimane incantati di fronte alla bravura recitativa di alcuni attori,bisogna dare ragione anche ai primi. Sta a noi tutti scegliere ciò che si adatta maggiormente alle nostre esigenze. Gli addetti ai lavori si interrogano spesso su questo dibattito,anche se la soluzione resta ancora aperta. Sicuramente l’obiettivo,tutt’altro che utopico,dovrà essere almeno quello di concedere allo spettatore la possibilità di decidere,per conto proprio e senza imposizioni,verso quale delle due scelte optare. Per ora lo scenario,a meno di quelle eccezioni riassunte nelle sale che già offrono questa disponibilità,resta tale e immutato. Perciò,quando al termine di una proiezione scorrono i titoli di coda,soffermiamoci anche sui nomi di chi,dall’ombra,presta la sua voce al cinema.
lunedì, maggio 28, 2007
MUSICA: "Eat me, drink me''
ecco la recensione dell'ultimo album dei Marlyn Manson, intitolato ''Eat me, drink me''.
Come avviene per ogni nuova uscita, Manson cambia e muta in qualcosa di diverso. Da Anticristo a rockstar androgina, da messia gotico a dandy postindustriale, Manson ha saputo sempre reinventarsi, a volte con risultati discutibili (chi ha detto The golden age of grotesque?), a volte con risultati eccelsi.
L' ultima trasformazione è la più dolorosa, Manson è diventato Brian Warner, mettendo in musica un anno trascorso all' inferno. ''Ad un certo punto dell’anno scorso mi sentivo immerso nel più profondo buco nero della depressione”, riferisce, “non potevo fare nulla, non riuscivo a far niente, ero senza speranza”. In quel periodo alla madre di Manson era stata diagnosticata una malattia mentale, e lui era “Intrappolato in uno dei cliché del rock’n’roll, circondato da persone che lavorano per me e che mi derubavano alle spalle. Non avevo interesse nella musica e il film sul quale avevo messo tutto il mio impegno – Phantasmagoria, basato sulla distorta vita di Lewis Carroll – era diventato un pesante fardello psicologico''.
''If I was your vampire''- Lenta ed oppressiva ballata di sei minuti. L' arrangiamento è volutamente ridotto al minimo, basso,batteria,chitarre e un impercettibile tappeto di tastiere.
Manson, e questa è la vera novità, non urla il suo dolore, ma lo canta, centrando appieno l' obiettivo, far emozionare l' ascoltatore.
Per chi non l' avesse ancora ascoltata, la canzone ricorda Coma Black, contenuta in Holy Wood(In the shadow of the valley of death).
''Heart shaped glasses'' - Melodica, molto melodica e vagamente 80's con chitarre new wave, ed un chorus maledettamente catchy.
''Evidence'' - Rumori e poche note di piano elettrico ci introducono verso un potenziale classico di manson, caratterizzato da un ottima sezione ritmica, e da un lacerante assolo di chitarra.
Anche qui, come nelle altre canzoni ascoltate finora, il cantato di Manson è intenso, e non aggressivo.
''Mutilation is the most sincere form of flattery'' - Uno dei pochi momenti aggressivi dell' album, canzone a metà strada tra Dope Hat(dal primo album, portrait of an american family)
e The Dope Show(il ritornello). Anche qui un assolo di chitarra di Tim Skold impreziosisce la song.
Non avendo ancora ascoltato il cd per intero, si può solo dire che sicuramente ci sono le premesse per un ottimo lavoro.
giovedì, maggio 24, 2007
CINEMA: Il documentario di massa
sabato, maggio 19, 2007
One day at UCLA
ORE 16.00. Le lezioni sono terminate, usciamo di nuovo tutti, disordinatamente, ognuno con i propri pensieri in testa, io con la preziosa reliquia al sicuro in tasca. Insieme alle italianissime compagne di corso ci ritroviamo davanti alla Ballroom come sempre, indecisi sul programma pomeridiano e sulle possibilità che la città ci offre. Tirando a sorte si opta per visitare Downtown, il centro metropolitano, dove sorge maestosa la casa dei Lakers-Clippers. Così, zaino in spalla, torniamo verso i dormitori, passando accanto al Pauley Pavillion, che è il palazzetto dove gioca la squadra universitaria di basket. Mentre ognuno si prepara ecco che il compagno di stanza di Vittorio, l’ennesimo abitante del Belpaese come noi di stanza alla Ucla, ci ferma ponendoci un quesito: chi è l’uomo che oggi ha fotografato tra il Sunset e l’Hollywood boulevard, solo perché bersaglio di altrettanti flash? Guardo l’immagine digitale e pieno d’invidia lo riguardo dicendogli: Magic Johnson!!! L’attimo di stanchezza è passato, siamo pronti a correre di nuovo, ovunque. Facciamo per alzarci, lui ci blocca: “I’m sorry, era più di quattro ore fa”. Con la delusione dipinta in viso avvertiamo gli altri guys della mancata occasione, cercando esageratamente di farcene una ragione.
ORE 20.00. Arriviamo in serata di fronte alla mecca del derby losangelino, il secondo tempio cestistico per eccellenza dopo il Madison Square Garden di NY. Solo in quel momento, però, di fronte alla magnificenza molto neoarchitettonica che ci sovrasta, ci rendiamo conto che è domenica e lo Staples Center è chiuso. Demoralizzati dalla sfortuna ci rimane solo una riflessione spontanea: come sia facile qui negli USA incontrare una stella dello sport, se non proprio di persona almeno nella sua immagine bronzea. Accanto allo Staples, infatti, l’ex #34 gialloviola, il grande Magic, c’è ogni giorno di ogni settimana dell’anno.
martedì, maggio 15, 2007
BASKET NBA: Dirk euroMVP
martedì, maggio 08, 2007
Nuovo album per i BonJovi
simulescion3
lunedì, aprile 30, 2007
L'empatia del cinema
La contemporaneità cinematografica sta vivendo un momento di transizione. Al di là dei numerosi progetti che la filmografia occidentale considera in fase lavorativa, è innegabile che la crisi d’incassi dell’ultima stagione ha lasciato sbalorditi gli addetti ai lavori e l’Industria in generale. La mancanza d’idee e la pochezza dei contenuti sulla base di una apporto qualità-quantità ha disaffezionato il pubblico internazionale, diminuendo anche la semplice voglia di entrare in sala e pagare per quello che ritiene sempre meno uno spettacolo. Questo è dovuto anche all’espressione moderna dei molteplici generi cinematografici, in cui lo spettatore ripone l’interesse, che spesso viene disatteso da grandi e piccole major e riposto solo nelle cosiddette produzioni indipendenti. Negli ultimi anni ha preso piede la necessità di raccontare un certo tipo di tematica, la volontà di esporre agli occhi dell’opinione pubblica la rappresentazione del «male», inteso come riflesso condizionato delle nostre società ed il ruolo che è stato assunto appare quello dell’ espressione di una cinematografia condivisa, non eccessiva o fuorviante, bensì costruttiva anche nelle sue scene più spettacolari. Ciò che in questa sede si vuole venire a dimostrare è la concreta possibilità che le persone, specie in una fascia d’età in profondo mutamento come sono gli anni della post-adolescenza, traggano giovamento visivo e terminazione delle proprie tensioni sociali nell’immaginario di un cinema che pone, come detto, le sue radici in una cultura dell’inumanità intesa come oggetto parossistico e fumettistico della riflessione sociale. E ciò, che non deve essere necessariamente considerato un bene, è comunque un dato di fatto che s’impone all’attenzione socio-semiotica della contemporaneità. Questo va di pari passo con l’effettiva ammirazione che tali prodotti di celluloide assumono per coloro che li osservano da un punto di vista artistico e di estrema creatività. Si ricorre ad un tema preciso, nello specifico, al cinema pulp e alla rappresentazione del male, per allontanarli dalla vita comune. Come ammonimento alla strada sbagliata da non dovere percorrere. Letto in quest’analisi, ecco spiegato il motivo del successo planetario, che, a cavallo del nuovo millennio dominato da una fase di insicurezza e instabilità politica globale, porta il pubblico a ricercare nella violenza “mediatica” la risposta salvifica ai propri timori.
mercoledì, aprile 25, 2007
LAMERICA
Quando sono sceso dall’aereo a Miami la prima cosa che ho fatto è stata….respirare.
Forse mi aspettavo di sentire il famoso profumo di libertà o chissà cos’altro, ed invece ho respirato solo i miasmi dei taxi che sfrecciavano verso downtown.
Per fortuna che quella è stata l’unica impressione negativa degli States.
Un viaggio unico, magico e spensierato come tutti-checchè se ne dica- vorrebbero fare.
Non oso dire irripetibile perché spero di tornarci il prima possibile, magari facendo un altro percorso e quindi un altro “viaggio”; l’America ti offre anche questo..è così grande che puoi viverci 7 vite e te ne avanzerebbe ancora per l’ottava.
Miami mi ha sorpreso per la vitalità, i colori e la rilassatezza molto poco americana e MOLTO cubana…la vita notturna, l’oceano, i macchinoni, le ville e quant’altro……una settimana vissuta PIENAMENTE .
L’unica cosa non piena era il portafogli.
A Denver, dato il carattere volutamente universitario che abbiamo improntato sulla 2a settimana, le spese sono state minori, ma non per questo il divertimento è andato a scemare!
Feste, barbecue, partite Nba..tutto quello che era americano di classe o cafonata l’ho fatto.
E sono ancora qui a pentirmi per il biglietto di ritorno.
Adoro l’Italia , ma la sensazione è che ora come ora l’America per un giovane che voglia provare a costruire un po’ più in libertà sia l’opzione migliore.
Ultima cosa in extremis zona Cesarini:
In Italia se t’azzardi a chiedere un’informazione per strada sei passabile di linciaggio…o tu stolto viandante, come osasti incrociare il tuo sguardo al mio chiedendo una tal futile informazione????
In America, cari bifolchi italiani, non solo ti danno l’informazione…ma ti accompagnano alla fermata giusta dell’autobus o chiamano il servizio associato col proprio cel!!! Il tutto col sorriso in bocca..
Hanno tantissime contraddizioni, ma non sono sicuro di essere migliore di loro…anzi.
lunedì, aprile 16, 2007
Imitando "La Cosa"
Una mutazione che inizia lentamente e tende a sopraffare l’essere umano (ma non solo), imitandone le gesta e i comportamenti sociali, nonché ottenendone una propria viscerale razionalità con cui regola la propria sopravvivenza in ogni ambiente ostile. La Cosa rappresenta una variazione anomala nella sequenza delle basi in una molecola di DNA. E perciò, nonostante lo scontro tra civiltà in cui da sempre implode l’umana stirpe, non può che essere di natura extraterrestre. L’alieno di Carpenter è infatti una creatura ostile, che vive, prospera e cresce nutrendosi della mancanza di fiducia dell'uomo verso i suoi simili. Una visione radicalmente pessimista del contatto con una realtà ignota che delinea la poetica esistenzialista del regista: la razza umana è destinata a distruggersi perché l'uomo, anziché cooperare con i suoi simili, preferisce scontrarsi con essi, annientato da un egoismo che è radicato nella sua stessa natura. Cosa provoca questa collisione che realizza le fantasie più radicate come la minaccia alla propria “eterna” sicurezza?
Accade che ognuno guarda il proprio vicino con sospetto, perché forse egli non è quello che appare. Antipatie e tensioni preesistenti vengono amplificate e giustificate, non c'è nessuno
di cui ci si possa fidare, nessuna empatia possibile tra gli esseri umani.
Il terrore inizia a serpeggiare nella base antartica, la contaminazione è iniziata, ogni componente diffida dell’altro, perché la “cosa” è in grado di assimilare chiunque. La mutazione adattiva rientra nel concetto di Evoluzione di ciascuna specie, detta anche polimorfismo, fenomeno di apprendimento e successivo adattamento che di solito impiega millenni di mutazioni, prima di rendersi manifesto. Ma la “cosa” vuole soprattutto sopravvivere e lo farà velocizzando agli estremi questo processo, cambiando almeno una dozzina di forme e aspetti, in un continuo divenire, una metamorfosi della realtà sempre totalmente diversa dalla precedente. Umani vs alieni, una specie che vuole prevalere, o meglio sopravvivere all’altra, con tutti i mezzi a propria disposizione. La crisi di identificazione della società si va sgretolando, come nel film va emergendo sempre più la diffidenza e la totale estraneità verso il prossimo. Il livello di tensione, di smarrimento e di claustrofobia che viene raggiunto ha pochi eguali nella storia del cinema fantastico. Senza che lo spettatore se ne possa rendere conto, si spostano i punti di riferimento all’interno delle stesse angoscianti inquadrature, spiazzandoci l’istinto di visiva sopravvivenza: quella cosa innominabile può essere chiunque, può essere ovunque senza che nessuno se ne possa rendere conto, ciò che sembra essere non è. Attraverso il conflitto, attraverso l’opposizione è chiaro come solo (darwinianamente) stando ai cambiamenti che la perfezione naturale apporta al nostro organismo si cela l’unica possibilità dell’universale sopravvivenza dell’uomo. Imitando la cosa.
giovedì, aprile 05, 2007
BASKET: Nuovo primato per Kobe
venerdì, marzo 16, 2007
Digressioni....Inizia lo SPRING BREAK
COS' E' THE SPRING BREAK?
domenica, marzo 11, 2007
CINEMA: TodeTì
I mille volti di Roma confluiscono sempre in una visione romantica dell’urbe. E’ solo scavando nelle sue sordide viscere periferiche che si arriva a comprenderne il lato più oscuro e meschino. Partono con questo assunto i primi fotogrammi di Tode Tì, il primo film realizzato dall’esordiente Valerio Esposito (assistente alla regia di Fausto Brizzi, in Notte prima degli esami oggi). Dai titoli di testa si intende subito come la fotografia e la scelta delle immagini cerchi di distaccarsi dal prototipo del genere all’italiana, bucando la cortina dei grigi cittadini così diversi dai toni iperbolici delle fiction televisive. L’impatto con la contemporaneità appare il cardine su cui Esposito gioca le carte del suo film e, senza assolutamente citare paragoni fuori portata, nonostante i chiari rimandi ad I soliti sospetti, è chiaro come questo sia il punto di forza e il punto debole dell’intera sceneggiatura. Ispirato dal reale furto della statua del Santo Bambino dell’Ara Coeli avvenuto nel 1994, l’autore narra l’episodio di una banda di criminale assoldata dalle forze dell’ordine per ritrovarlo, in cambio della fedina penale pulita. Niente andrà secondo i piani. Considerando come non sia mai semplice affrontare con il dovuto estro un genere cinematografico inusuale nel panorama tricolore, la struttura di Tode Tì pecca di inventiva letteraria, nel senso che risulta a tratti involontariamente poco verosimile. Il film (28’) viaggia sulle onde ipnotiche della suspance finché l’iniziale idea dell’opera, da seducente muta in opaca, torcendosi su se stessa e aggiungendo confusione al montaggio finale. E’ proprio il ritmo, in sostanza, che tiene legato lo svolgimento della storia, la quale via via assume toni sempre più scuri e drammatici. Una seconda opera prima (n.a. Esposito ha già girato un corto), che lascia intravedere tutto il potenziale visivo e innovativo del giovane regista romano, nonché la sua cura minuziosa per i dettagli di scena, essendo stato sorretto da un cast di professionisti che hanno aggiunto quel valore umano amatoriale necessario ai fini del progetto. A fronte di una recitazione scadente e di uno script di basso livello, da cui derivano dialoghi al limite del farsesco che penalizzano Tode Tì oltre i suoi demeriti, il film ha comunque il pregio di attrarre l’interesse dello spettatore, calandolo nella tela del racconto. Insomma, un esordio noir convincente a metà, che comunque consegna all’integralistico mondo della cinematografia italiana un talento grezzo da poter sviluppare.
martedì, marzo 06, 2007
MUSICA: L'Heineken JF si sposta a Venezia
Fonte_:
http://www.jugo.it/
In scena da giovedì 14 a domenica 17 giugno, l'Heineken Jammin' Festival avrà tra gli ospiti artisti del calibro di Iron Maiden (giovedì 14), Pearl Jam (venerdì 15), Aerosmith e Smashing Pumpkins (sabato 16) e Vasco Rossi in chiusura. Per il Blasco si tratta della quarta partecipazione all'evento, dopo quelle memorabili del 1998, 2001 e 2005. Il prezzo del biglietto è di 40 euro + diritti di prevendita per la singola giornata e di 140 euro + diritti di prevendita per l'abbonamento a tutti e quattro i giorni. Quattro giorni rock al Parco San Giuliano di Mestre, Venezia il 14, 15, 16 e 17 giugnoIn occasione dei 10 anni di Heineken Jammin’ Festival, Heineken Italia, che promuove il festival e Milano Concerti, che produce e organizza il festival, hanno ufficialmente comunicato che il raduno rock è stato spostato dalla storica location dell’Autodromo di Imola al Parco San Giuliano di Venezia, un’area di circa 700 ettari, e per la prima volta il festival avrà una durata di quattro giorni.
Di seguito il programma completo dell'Heineken Jammin' Festival 2007:
- Giovedi 14 giugno Headliner: IRON MAIDEN. Sul palco anche: Slayer, Stone Sour, Papa Roach, altri artisti di definire e il vincitore dell'Heineken Jammin' Festival Contest 2007
- Venerdi 15 giugno Headliner: Pearl Jam. Sul palco anche: Linkin Park, The Killers, My Chemical Romance, altri artisti di definire e il vincitore di Heineken Jammin' Festival Contest 2007
- Sabato 16 giugno Headliner: AEROSMITH - Smashing Pumpkins. Sul palco anche: Incubus, altri artisti di definire e il vincitore di Heineken Jammin' Festival Contest 2007
- Domenica 17 giugno Headliner: VASCO ROSSI. Sul palco anche: J-Ax , altri artisti di definire e il vincitore di Heineken Jammin' Festival Contest 2007.
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mercoledì, febbraio 28, 2007
La dorata notte degli Oscar
Film straniero The Lives of Others - GermaniaRegia di Florian Henckel von Donnesmarck
Film d'animazione Happy Feet - George Miller
Sceneggiatura non originale The Departed William Monahan
Sceneggiatura originale Little Miss Sunshine Michael Arndt
Scenografia Il labirinto del fauno Eugenio Caballero e Pilar Revuelta
Fotografia Il labirinto del fauno - Guillermo Navarro
Montaggio The Departed - Thelma Schoonmaker
Trucco Il labirinto del fauno - David Marti e Montse Ribe
Colonna sonoraBabel - Gustavo Santaolalla
Canzone originale I Need to Wake Up da Una scomoda verità (Melissa Etheridge)
Montaggio sonoroFlags of Our FathersAlan Robert Murray e Bub Asman
Missaggio sonoro DreamgirlsMichael Minkler, Bob Beemer e Willie Burton
Effetti speciali Pirati dei Caraibi: la maledizione del forziere fantasma John Knoll, Hal Hickel, Charles Gibson e Allen Hall
Documentario Una scomoda verità Regia di Davis Guggenheim
Documentario (corto) The Blood of Yingzhou District Regia di Ruby Yang e Thomas Lennon
Cortometraggio animato The Danish Poet Regia di Torill Kove
Cortometraggio West Bank Story Regia di Ari Sandel
lunedì, febbraio 26, 2007
BASKET: Il Magic cerca la riscossa
Dopo un avvio di campionato FIP estremamente brillante, il Magic Team 92 (dove giocano i due della redazione) si è assestato su un bilancio poco inferiore al 50% di vittorie. La breve strada che porta ai playoffs, obiettivo stagionale, si fa così in salita per il team guidato da coach Laurenti, anche per via dei numerosi dissidi interni alla squadra e per i costanti infortuni che anche quest'anno hanno decimato la rosa. Bisognerà ritrovare la giusta chimica per poter pensare di concludere la stagione nel migliore dei modi, nulla è perduto e tutti dovranno far la loro parte, anche gli straordinari se necessario....
Il Secco qui ripreso in una partita casalinga è sulla buona strada! Che anche gli altri s'impegnino così.
Let's go "Magic"!!!
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giovedì, febbraio 22, 2007
Parco Leonardo: libertà di vivere(?)
Parco Leonardo, il più grande centro commerciale d'Italia, con annesso centro residenziale circostante in continua espansione, è un nuovo modello di architettura urbana, una città del terzo millennio tra Roma e Fiumicino, basata su uno stile di vita completamente innovativo.
Il gruppo di studenti composto da Andrea Nardini, Marzia Cavallucci, Giorgia Del Cupola, Riccardo Tucci, Maria Laura Varcaccio Garofalo e Simone Bracci si è occupato di realizzare un’inchiesta, ad un anno dalla nascita del Centro commerciale, indagando sullo stile di vita e sugli aspetti positivi e/o negativi di questo nuovo complesso urbano, secondo le opinioni degli abitanti di Parco Leonardo. L'inchiesta ha voluto conoscere le voci dei commercianti e verificare l’effettivo sviluppo di quello che era stato definito un enorme business commerciale, controllare l’effettiva realizzazione di tutte quelle promesse che sono state fatte ad inizio progetto ai cittadini, ai commercianti e alle migliaia di persone che quotidianamente confluiscono in tale realtà.
Eccovi un assaggio del nostro video..
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sabato, febbraio 17, 2007
TITOLI DEI FILM: Lost in translation
La scarsa vena creativa dei Distributori italiani
sabato, febbraio 10, 2007
All Star Game 2007 - La prima volta
Il basket NBA si prepara a celebrare il suo evento più rinomato e riconosciuto, quasi più delle Finals di fine maggio. Il weekend delle stelle, è uno degli eventi sportivi più attesi dell’anno, perché sinonimo e garanzia di “vero” spettacolo, un entertainment game in pieno stile american, che coinvolge i migliori giocatori del circuì ed unisce tutti i tifosi del mondo, ognuno a sostenere i proprio beniamini. Dalla gara delle schiacciate a quella del tiro da tre, dal 3on3 vecchie glorie allo slam dei play, insomma un divertissment per gli appassionati della (rientrante) palla a spicchi targata NBA. Perché la prima volta? Per diverse ragioni:
- la presenza del nostro Andrea Bargnani, impegnato a gareggiare nella partita d’apertura tra i rookies ed i sophomore (secondo anno nella Lega)
- la città ospitante quest’anno sarà Las Vegas, la città del peccato sponsorizzata dai fratelli Maloof, i proprietari dei Sacramento Kings, che non ha nessuna franchigia professionista
- la mancata convocazione di Melo Anthony (top scorer a 31 di media), per via della maxi rissa dicembrina al Madison di NY, poi ottenuta causa l’infortunio di Yao Ming
- la prima convocazione in quintetto per la stella dei Wizards Gilbert Arenas, nickname Agent Zero
Insomma, tante le novità attese per questo evento che prenderà via il 16 marzo fino al 18, essendo considerato come ogni anno la boa di metà stagione, ossia il tempo di tracciare bilanci per ciascuna delle 30 franchigie in competizione.
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domenica, febbraio 04, 2007
CINEMA: The Aviator
lunedì, gennaio 29, 2007
La musica per ogni occasione
Non male vero?
Non so voi ma il sottoscritto "rosica" sempre ogni qualvolta al cinema nota che il protagonista , qualsiasi sia il suo stato d'animo, ha sempre la musichetta d'accompagnamento sotto...sempre maledettamente azzeccata.
Ovviamente non è quello a cui possiamo aspirare noi, ma le molteplici opportunità che la tecnologia odierna e il qualunquismo musicale spinto di oggi offrono possono sopperire a questa mancanza.
La cosa migliore che possiamo fare per noi stessi e per chi ci sta intorno è scegliere bene.
Ecco dunque una lista di "dritte" musicali per le occasioni classiche:
1- Cena romantica a casa con il partner: dunque, scordiamoci decisamente George Michael e Careless Whisper per cortesia; metterla su al giorno d'oggi è na cafonata terribile. Meglio della musica soft, da camera, che si presta ad un ascolto distratto e permette dolci conversazioni e languidi sguardi.
2- Cena Aromantica a casa con il "partner": qui il convivio è visto decisamente come un preliminare del vostro vero scopo, sia che siate donne che siate uomini, quindi è perfettamente inutile permeare l'ambiente con uno pseudoromanticismo da film con Meg Ryan, molto meglio mettere sotto della musica che dia la carica e faccia perdere ogni velleità di dolcezza alla serata. Preferenza per il Rock anni 70.
3- Wake up dopo una nottata brava e con l'autobus per andare al lavoro che già strombazza in fondo alla strada; 2 alternative: a)se eterosessuali, colonna sonora di Rocky; b) se omosessuali, tutta la funky black whatever you call it anni 80, con preferenza per Maniac di Michael Sembello.
4- House party all'americana (magari): si opta quasi sempre per i grandi classici non ballabili finchè c'è poca gente e magari, da bravi italianetti, una qual certa renitenza a conoscersi...poi si va in crescendo con la musica Dance contemporanea- preferenza House- per poi divertirsi, una volta ubriachi fradici, con la Revival 70 e 80. Finale con lenti per i pomicioni ed Happy Days col bicchierino della staffa.
5- La musica in macchina: per uno che abita a Roma lo stereo in macchina assume significato ESSENZIALE. Anche in questo caso però si è costretti a differenziare i diversi momenti abitudinari. Traffico mostruoso sul lungotevere di Sabato sera: mettetevi "er core in pace" e alzate un pelino il volume della discografia di Tom Waits e Louis Armstrong con intermezzi comici delle colonne sonore di Benny Hill ed Ace Ventura per evitare il suicidio ormai prossimo.
Strada completamente spianata e nessun orario per l'appuntamento: Bruce Springsteen docet e Creedence Clearwater Revival non vi faranno sentire nessuno di quei tanti chilometri (perchè sicuramente vi trovate in autostrada, a Roma non è MAI vuota la strada) che state facendo.
Classica serata da NON SO DOVE STO ANDANDO MA SO CHE CI STO ANDANDO, unico consiglio: assecondate il vostro umore e agite sullo stereo di conseguenza.
Scion
domenica, gennaio 21, 2007
L'evoluzione della musica
lunedì, gennaio 15, 2007
CINEMA ORIENTALE: Il Wuxia-pian
mercoledì, gennaio 10, 2007
BASKET NBA: Effetto Andrea Bargnani
Raptor #7 in action vs Carter
TORONTO (Can), 7 gennaio 2007 - Domenica prima e durante l’incontro Toronto-Washington si è festeggiato all’Air Canada Centre l’Italia Day in onore di Andrea Bargnani e Maurizio Gherardini. La Camera di Commercio italiana di Toronto ha organizzato un brunch prima della partita per dare il benvenuto ufficiale all’azzurro con l’atleta romano ospite d’eccezione insieme al vice presidente dei Raptors. Un’occasione unica per i tifosi italo-canadesi per incontrare il giocatore che in soli due mesi d’attività nella Nba è già diventato un punto fermo della squadra canadese. “Penso che non solo avrete la possibilità di ammirare Andrea come giocatore ma anche come personaggio positivo - ha detto Gherardini -. Vogliamo che voi possiate essere fieri delle esperienze di Andrea in campo e del mio lavoro dietro la scrivania. Vi siamo riconoscenti per il sostegno e ci auguriamo che il tifo italiano aumenti nel corso della stagione, da parte nostra vogliamo contraccambiare facendo sì che Andrea diventi motivo d’orgoglio per la comunità. Attualmente siamo la franchigia Nba maggiormente riconosciuta all’estero forse perché abbiamo raccolto così tanti giocatori internazionali e per la grande attenzione mediatica derivata dalla selezione di Andrea al draft. Stiamo lavorando duro per riportare Toronto in una situazione vincente più in fretta possibile e per farlo abbiamo bisogno di giocatori speciali e di un gm speciale come Bryan Colangelo. L’obiettivo è di conquistare il rispetto a livello mondiale e ci riusciremo di sicuro".
Ed ecco finalmente, accolto da un caloroso applauso, Andrea Bargnani scortato dall’organizzazione Raptors. Il Mago esordisce in inglese: “Sono molto felice di essere tra di voi anche se ho poco tempo perché mi attendono per il riscaldamento pre-partita.”, mentre un fan lo incita a parlare in italiano. Bargnani si è prestato a firmare più autografi possibili prima di essere richiamato dallo staff dei Raptors. I circa 150 partecipanti al brunch hanno avuto la possibilità con il biglietto acquistato di assistere alla gara contro i Wizards prima della quale è stata consegnata ai primi diecimila tifosi giunti all’ACC una statuetta da collezione raffigurante Andrea Bargnani (a essere sinceri poco rassomigliante come ha ammesso lo stesso Bargnani). Una parte del ricavato del brunch andrà alla fondazione italiana in favore degli anziani Villa Charities, alla quale Bargnani ha contribuito personalmente con una donazione di 10.000 dollari.
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