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ecco la recensione dell'ultimo album dei Marlyn Manson, intitolato ''Eat me, drink me''.
ecco la recensione dell'ultimo album dei Marlyn Manson, intitolato ''Eat me, drink me''.
Come avviene per ogni nuova uscita, Manson cambia e muta in qualcosa di diverso. Da Anticristo a rockstar androgina, da messia gotico a dandy postindustriale, Manson ha saputo sempre reinventarsi, a volte con risultati discutibili (chi ha detto The golden age of grotesque?), a volte con risultati eccelsi.
L' ultima trasformazione è la più dolorosa, Manson è diventato Brian Warner, mettendo in musica un anno trascorso all' inferno. ''Ad un certo punto dell’anno scorso mi sentivo immerso nel più profondo buco nero della depressione”, riferisce, “non potevo fare nulla, non riuscivo a far niente, ero senza speranza”. In quel periodo alla madre di Manson era stata diagnosticata una malattia mentale, e lui era “Intrappolato in uno dei cliché del rock’n’roll, circondato da persone che lavorano per me e che mi derubavano alle spalle. Non avevo interesse nella musica e il film sul quale avevo messo tutto il mio impegno – Phantasmagoria, basato sulla distorta vita di Lewis Carroll – era diventato un pesante fardello psicologico''.
Fino ad ora sono riuscito ad ascoltare quattro songs:
''If I was your vampire''- Lenta ed oppressiva ballata di sei minuti. L' arrangiamento è volutamente ridotto al minimo, basso,batteria,chitarre e un impercettibile tappeto di tastiere.
Manson, e questa è la vera novità, non urla il suo dolore, ma lo canta, centrando appieno l' obiettivo, far emozionare l' ascoltatore.
Per chi non l' avesse ancora ascoltata, la canzone ricorda Coma Black, contenuta in Holy Wood(In the shadow of the valley of death).
''Heart shaped glasses'' - Melodica, molto melodica e vagamente 80's con chitarre new wave, ed un chorus maledettamente catchy.
''Evidence'' - Rumori e poche note di piano elettrico ci introducono verso un potenziale classico di manson, caratterizzato da un ottima sezione ritmica, e da un lacerante assolo di chitarra.
Anche qui, come nelle altre canzoni ascoltate finora, il cantato di Manson è intenso, e non aggressivo.
''Mutilation is the most sincere form of flattery'' - Uno dei pochi momenti aggressivi dell' album, canzone a metà strada tra Dope Hat(dal primo album, portrait of an american family)
e The Dope Show(il ritornello). Anche qui un assolo di chitarra di Tim Skold impreziosisce la song.
''If I was your vampire''- Lenta ed oppressiva ballata di sei minuti. L' arrangiamento è volutamente ridotto al minimo, basso,batteria,chitarre e un impercettibile tappeto di tastiere.
Manson, e questa è la vera novità, non urla il suo dolore, ma lo canta, centrando appieno l' obiettivo, far emozionare l' ascoltatore.
Per chi non l' avesse ancora ascoltata, la canzone ricorda Coma Black, contenuta in Holy Wood(In the shadow of the valley of death).
''Heart shaped glasses'' - Melodica, molto melodica e vagamente 80's con chitarre new wave, ed un chorus maledettamente catchy.
''Evidence'' - Rumori e poche note di piano elettrico ci introducono verso un potenziale classico di manson, caratterizzato da un ottima sezione ritmica, e da un lacerante assolo di chitarra.
Anche qui, come nelle altre canzoni ascoltate finora, il cantato di Manson è intenso, e non aggressivo.
''Mutilation is the most sincere form of flattery'' - Uno dei pochi momenti aggressivi dell' album, canzone a metà strada tra Dope Hat(dal primo album, portrait of an american family)
e The Dope Show(il ritornello). Anche qui un assolo di chitarra di Tim Skold impreziosisce la song.
Non avendo ancora ascoltato il cd per intero, si può solo dire che sicuramente ci sono le premesse per un ottimo lavoro.
simulescion3
1 commento:
NDA il mio nome d' arte è B_S_S
B.rown_S.hit_S.mile
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