venerdì, luglio 14, 2006

MUSICA: FREDDIE MERCURY, l'uomo che volle farsi regina



Il mio primo contatto con i Queen avvenne in seconda media,quindi -ahimè- circa 12 anni fa. Mio padre mi regalò per Natale 3 cd: Thriller di Michael Jackson, Selling England by the pound dei Genesis, e il Greatest hits II dei Queen.
Fu una folgorazione.
Gli altri 2 album li sentii e li apprezzai, ma quello che ho letteralmente consumato fino allo sfinimento fu proprio quel concentrato del gruppo inglese, sintesi eccelsa dei brani dal 1982 al 91, secondo capitolo dopo il Greatest hits I, che portava seco perle come Bohemian Rapsody e molte altre.
Quello che la mia giovane mente di bambino non riusciva a comprendere era come quel disco, della durata di oltre un'ora, non mi stancasse mai....MAI; parafrasando Rod Stewart, "oltre un'ora di disco...e mai un attimo di noia".
Ora, dopo anni e anni di ascolto prolungato e variato ( sono un cultore anche dei primi Queen, quando l'anima heavy era intatta )non riesco proprio a farmeli venire a noia....e dire che ci ho provato! Sapeste quante ore ho "sprecato" ascoltando i Regina invece di studiare...bene, con il presente pezzo voglio porre l'attenzione- più o meno distaccata - sul principale fautore del successo eterno dei Queen...vale a dire Freddie Mercury.
Di lui si è scritto praticamente tutto, che si chiamava Farookh Bulsara, che è nato a Zanzibar, che aveva origini asiatiche nello specifico iraniane- qualcuno conosce "Mustapha" per caso?- e di lui si è parlato in tutte le salse..a volte mitizzandolo, a volte sminuendolo.
Freddie Mercury era un uomo, un essere umano.
E di tutto quel che ha fatto nella sua vita non ha mai schivato la conseguenza, in negativo o in positivo.
Con Mercury si vanno a toccare le corde dell’immortalità della musica….qui forse l’uso della parola “divino” non assume connotati blasfemi, ma va di pari passo con la parabola di un uomo che nella sua vita è stato un grandissimo cantante, un musicista, un attore e una gran puttana ( definizione sua ).
Cantante: qui si tralasciano le disquisizioni tecniche, perché come diceva il mio maestro di canto ( ebbene si, canto anch’io…sic ) Freddie non era comprimibile negli stretti parametri del bel canto, anzi esulava da questi, componendone di nuovi….nuovi registri, nuovi limiti.
Anzitutto il timbro, così inconfondibile, così urlato ma al tempo stesso compatto, potente…una voce che poteva urlarti in faccia e scompigliarti i capelli come poteva sussurrarti nelle orecchie, spesso con quel falsetto con il quale – erroneamente – i più lo identificano ( e lo paragonano a Justin Hawkins ); la voce che si spezza, la voce roca( “I like this husky voice” diceva lui..), caratteristica aumentata nel corso degli anni, forse per via delle numerosissime sigarette che fumava, e che è particolare che impreziosisce il timbro…come per esempio nel caso di Steve Tyler degli Aerosmith.
Un’estensione assoluta.
Per lo più verso l’alto, visto che i toni bassi non erano il suo forte - ma credo che nessuno glielo abbia mai rimproverato…- , con picchi sempre più alti mano a mano che diventava sempre più tecnico e abile e, ironicamente, moriva.
Musicista: un uomo che scrive una canzone come Bohemian Rhapsody non può essere paragonato alla stregua di un normale compositore…qui si parla della storia della musica, qui si parla- nel caso della Rapsodia- di un genere a parte.
Come quasi tutta la discografia dei Queen….. genere a parte.
Il loro mai incastrarsi in un movimento - a parte il Glam dei primi anni -, in un genere – li hanno provati tutti – o in un progetto, che so, di denuncia sociale, li ha resi mal inquadrabili e per questo ..scomodi.
Scomodi nel senso che certa critica continua a sostenere che non abbiano inciso per niente sulle sorti della musica mondiale…solo una macchina da singoli insomma.
Beh…secondo il modestissimo parere del sottoscritto, l’hanno cambiata eccome questa musica. Niente nelle canzoni dei Queen è lasciato al caso…nemmeno le imperfezioni.
Tutto quadra, tutto “ci sta”, tutto dà l’impressione di essere la ciliegina sulla torta…salvo accorgerti che la torta è tutt’altro che finita…
Il Mercury compositore era innanzitutto pianista…vale a dire che componeva al pianoforte anche canzoni in cui il piano non è protagonista ( Crazy little thing called love diceva , l’aveva scritta in bagno col pianoforte verticale… ); grazie ad una eccellente tecnica ed ad una notevole fantasia, le canzoni di Mercury, specialmente nei 70, non erano mai scontate, ne dal punto di vista dei testi – allegorici – ne da quello della musica - pomposa e gradevolmente avvolta di grandeur – e l’uso del piano, o meglio l’uso che ne faceva lui, gli permetteva di tendere al rockabilly come alla musica introspettiva, come nel caso di una delle mie canzoni preferite, It’s a hard life, dove la vena creativa di Mercury si fonde con lo stile Queen nello schema da ballata, rendendola quindi una “ballata alla Queen” inconfondibile.
Attore: attore sul palco, attore nelle interviste, attore non appena qualcuno cercava di carpire qualche segreto della sua vita privata…come quando gli chiedevano se fosse gay e lui rispondeva che era “gay come una giunchiglia”, salvo rispondere di no all’intervistatore successivo…diciamo la verità: bisogna essere anche un po’ matti per fare quel mestiere, per essere un’artista come lui ha saputo e voluto essere…e ci vuole una forte dose d’ironia per andare avanti, come per molte cose nella vita…
Sul palco era un demonio, inventore di un modo di muoversi ripetutamente imitato negli anni a venire, capace di offrire banane e champagne al pubblico e di trascinarlo in cori da stadio da leggenda….in assoluta sintonia motoria con la propria musica , ne interpretava a gesti le sintetiche intenzioni, dando la sensazione di essere il padrone davanti ai suoi sudditi.. un vero e proprio animale da palcoscenico, impossibile non divertirsi con lui.
La Puttana: beh, puttana come la intendeva lui era lungi dalla definizione spregiativa comune….intendeva puttana della musica, del prestarsi ad ogni genere, dal rock al pop, dalla classica alla dance, cioè quello che ha reso i Queen immortali.
Verso la fine degli anni 80 si stancò di questa autodefinizione e volle darsi una definitiva ripulita, riscoprendo temi nelle canzoni come la fede e la monogamia…in fin dei conti, Farookh, come molti uomini , intuendo la fine decise di smetterla con la sua filosofia “ tutto quello che voglio dalla vita è fare un sacco di soldi e spenderli” per dedicarsi a cose più terrene, ed in definitiva, molto più adatte a quei momenti.
Questo ovviamente non impedì al grande commediante di uscirsene con un colpo da maestro, vale a dire la pubblicazione di Innuendo, dove la sua voce si libra imperiosa a spezzare anche il male che, il 24 novembre del 1991, ce lo ha portato via.

“ Anche se dovessi morire domani, credo che non me ne importerebbe nulla…dalla vita ho ottenuto tutto.”
Freddie Mercury
( Stone Town, Zanzibar, 5 Settembre 1946 – Londra , Inghilterra , 24 Novembre 1991 )

Scion

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Difficile non decidere di tornare sulle pagine di qualcuno con cui si ha in comune una passione...

Anonimo ha detto...

un ibrido, un istrione, un po' donna, un po' uomo. un cantante, un poeta. una puttana, quello sì. ma di quelle da marciapiede, e poi di alto bordo, e poi di nuovo da marciapiede. perchè lui voleva parlare proprio a tutti.
quello che freddie mi ha lasciato va al di là della sua voce. al di là di qualche piacevole minuto di canzone. le sue note riescono ad essere suadenti come velluto e subito dopo aculei nel cuore. nessuno lo sa fare come lui. prendi la rapsodia: quanti diversi stati d'animo ci sono, quante diversissime emozioni... mi esalta, mi emoziona, mi fa venire la pelle d'oca e poi scuotere la testa come i cantanti metal... ma nn basta. i queen più di chiunque altro sono la prova che per fare bella musica non serve essere strappalacrime e melodrammatici. bicicle race, fat bottomed girls, radio ga ga... un caleidoscopio di immagini di vita piccola e quotidiana, di cui nn si curano la maggior parte dei parolieri, troppo presi a scrivere di "alti" sentimenti, incuranti della bellezza dei semplici e minuti dettagli della vita della gente comune.
credo fermamente che i queen siano stati una delle band più grandi della storia della musica, e che un front man come freddie non ci sarà mai più.

Anonimo ha detto...

15 anni senza di te. il ricordo non muore mai. un bacio, freddie.