mercoledì, luglio 05, 2006
BASKET NBA: Date a Kobe quel che è di Bryant
Archiviata la stagione 2005/06 dei Los Angeles Lakers, gli addetti ai lavori Nba si sono trovati a far fronte con un nuovo candidato alla successione di Sua Ariosità Michael Jordan, ovvero quel magnifico giocatore che è Dwayne Wade. Inutile dire quanto sia opinabile per il sottoscritto la moralità della ricerca stessa di un erede di colui che ha letteralmente riscritto il modo di giocare a pallacanestro, oltre ad aver portato a vette più alte il concetto stesso di "vincente"; ma volendo proprio prestarsi al giochetto tanto caro ai giornalisti americani, posso tranquillamente assentire sul paragone Jordan- Wade..in quanto regge alla perfezione. Wade ricorda molto il primo MJ. Alto sul 1.95, fisico molto ben costruito, braccia e gambe lunghe e mani grandi, essenziali quando si conclude in acrobazia, D-Wade ricorda Michelino Giordano nelle movenze, nella presenza agonistica, nella cattiveria,e nell'orgoglio che contraddistingueva anche il primo Michael, orgoglio che lo portava ad esagerare a volte...esattamente come esagera Wade (anche se nessuno lo dice mai). Flash ricorda il primo MJ anche nella discontinuità del tiro da fuori, complice una meccanica che fa troppo affidamento sulle gambe ed è efficace solo- e sottolineo solo- quando è marcato blandamente e soprattutto non raddoppiato. Ora, Wade ha vinto il titolo da protagonista, con oltre 34 p. di media e un dominio assoluto del campo e delle situazioni di gioco chiave...e tutto ciò è molto evocativo. Ma...c'è SEMPRE un ma. C'è anche da dire un paio di cosettine sul sistema difensivo dei Mavs, specialmente nella strategia stessa:
1- Avery Johnson, coach di Dallas, ha spiegato di averle provate tutte su Wade, ma questa è una mezza verità.
2- Contro Miami puoi essere punito da molti, troppi giocatori chiave..da J.Williams ad Antoine Walker, fino ai veterani Mourning (5 stoppate 5 in gara 6)o Payton (Do you remember the last clutch shot ?) ma non dimentichiamoci di Shaq!
Anche se ormai al capolinea, se l'omone nero non lo marchi col raddoppio ti frega comunque, altro che marcarlo uno contro uno, come fecero New Jersey - la maggior parte delle azioni-, Philadelphia - sempre - e Indiana-povero Rik Smits...- i Mavericks l'hanno triplicato ad ogni possesso palla signori, rispolverando addirittura il vecchio e pernicioso hack a Shaq...e questo cosa vuol dire in termini cestistici? semplice: più spazio per gli altri, e dove ci sono gli altri, vince quello dotato di maggior talento…vale a dire Dwayne Wade. Ecco perchè non credo nei nuovi Jordan, perchè l'incoronano troppo presto. Invece parliamo di Bryant. Quel che disturba oggigiorno è che Mr. 81 punti , o Mr. 62 in tre quarti o Mr. 35.4 di media o come cavolo volete, non sia un giocatore da paragonare ad altri giocatori....bensì sia ormai un giocatore al quale gli altri devono essere paragonati! Un simile onore in Nba, non te lo concedono facilmente , e forse, se Kobe non vincerà altri titoli da qui alla fine della sua carriera, non glielo concederanno mai..nemmeno dopo il suo ritiro. Kobe, per usare un termine filosofico, è "trasceso" dallo stereotipo di Michael Jordan - certo ormai la linguetta, il fade away e le movenze sono quelle, figlie di innumerevoli ore davanti al videotape vedendo Above & Beyond - per collocarsi in un'altro piano, nè più in alto, nè più in basso, che consente ai più di dire che è il più forte giocatore Nba individualmente ma, alla luce dei risultati di squadra, non è Michael Jordan.
E grazie. Sennò si chiamava Michael Jordan. Ricordo che anche Jordan veniva letteralmente martoriato negli anni in cui vinceva i riconoscimenti individuali, ma non quelli di squadra, accusato di egoismo, di annientamento psicologico dei compagni, oscurati dal carisma del 23, e ricordo che una volta, Horace Grant, suo compagno dei primi 3 titoli a Chicago, gli disse" va a quel paese Michael, tanto lo sanno tutti che a te interessa soltanto prenderti i tuoi tiri e basta"...la risposta di Jordan ve la risparmio, in quanto non proprio Oxford..ma il buon Orazio sbagliava nell'accusarlo di questo, in quanto l'unica colpa di MJ, se colpa la vogliamo considerare, è sempre stata quella del "ragazzi, sono sicuro che vinciamo, ma se volete vincere, dovete fare come dico", di sicuro Jordan non ha mai detto qualcosa di simile, ma sicuramente in cuor suo è quel che pensava...e guarda il caso, è la stessa cosa che pensa Bryant. Di Jordan i compagni impararono ad apprezzare questo lato, ma soprattutto-scusate la franchezza- impararono ad apprezzare le vittorie...perchè se Jordan non avesse vinto, ora se la lotterebbe con Bryant per la palma di miglior egoista della storia. Ma ha vinto! quindi ha ragione lui. Ecco come si ragiona in America. Quindi, poichè credo ciecamente che il giocatore più forte del mondo prima o poi almeno un'altro titolo lo vince, nel frattempo si possono tranquillamente annotare tutte le più disparate critiche a Kobe Byant, sul suo carattere, sulle poche vittorie ( anche se quest'anno sono usciti per inesperienza..occhio...), ma... per favore: date a Kobe quel che è di Bryant!!!
Scion
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2 commenti:
Quoto tutto quanto!!
Finalmente uno che parla chiaro!
Ah e ridategli il titolo di MVP a Kobe..quello che gli ha rubato Duncan nel 2003 e Nash quest'anno!
Grande Kobe...... e grande Bullo. www.bullofansclub.it
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