sabato, settembre 23, 2006
BASKET: In principio fu il jump shot
Il povero ragazzo non sapeva più che pesci prendere.
Nonostante avesse una visione di gioco fuori dal comune e la capacità di eseguire splendidi passaggi, quel maledetto difetto non riusciva ad eliminarlo, e c'è da dire che si allenava per farlo.
Anche quando entrò nella lega alcuni continuavano a chiamarlo Ason, invece che Jason, e fu soltanto anni dopo che uno dei più grandi playmaker nella storia dell' NBA riuscì a riappropriarsi della J... la J di Jump Shot, il tiro in sospensione.
Jason Kidd è soltanto il caso più eclatante di come la mancanza di un fondamentale possa perseguitarti nonostante magari tu sappia fare tutto il resto (punti rimbalzi assist difesa), così come Kidd sa fare ( l'aneddoto è ripreso dalla canuscenza cestistica di Federico Buffa, guru del basket). Il tiro in sospensione signori, è la sintesi suprema di come una persona sia predisposta al basket; vale a dire la sua inclinazione, il suo modo di viverlo e il suo modo di concepirlo.
Se sono perfetto stilisticamente e dalla dinamica infallibile (Ray Allen) vuol dire che la buona esecuzione per me vuol dire successo, e mi adopero per questo; se invece mi invento un mio modo di eseguire perchè convinto che segnerò a raffica (Reggie Miller), quasi me ne frego dello stile..a me interessa solo segnare.
Se infine riesco ad unire la meccanica omicida con lo stile sontuoso allora mi chiamo Michael Jordan o Kobe Bryant.
That 's it ladies and gentlemen, niente di più e niente di meno... il tiro in sospensione una volta era come il rimbalzo: dominava la partita. Ecco perchè chi ormai è dotato del classico middle range, quindi dai 4 e 5 metri, può permettersi in talune partite ( se è la sua arma più forte..tipo Rip Hamilton ), o in tutte le partite ( Kobe Bryant ) di salire in cattedra e dare la buonanotte a tutti, qualora si parli di ripetute prove di efficacia, non di sporadiche esibizioni balistiche.
In alcune partite può capitare di vedere anche i più collaudati sistemi di gioco vacillare difronte ad una difesa aggressiva, e mentre osserviamo rapiti il dramma di giocatori impantanati in una zonaccia 3-2 con magari un lungo atipico in punta a rompere i maroni ai tiratori, eccolo li a volte, spuntare come per magia l'uomo che rispetto agli altri non parla solo la lingua del tiro da tre o del tiro nel traffico, ma sa dire anche " jump shot "!! Inutile dire che l'allenatore sbava letteralmente nel vedere il Nostro che infila un jump shot dopo un altro, e proprio non c'è nessun aggiustamento difensivo che tenga, che lo si lasci tirare o ci si infili nei suoi pantaloncini con una box and one, quando hai la terza dimensione del middle range sei praticamente imbattibile...e se hai dalla tua anche il dono del "on fire", cioè il giocatore da striscia, ecco là che l'allenatore stappa lo spumante in panchina, scambiando un tuo compagno seduto a giocare a briscola per una playmate di Hugh Heffner. Avevo un allenatore una volta che amava ripetere " ragazzi il basket è semplice, siete voi che lo complicate ", il modo in cui lo diceva non era esattamente questo..c'era qualche "porca troia " di mezzo, ma il succo resta: il basket è semplice.
Ed è più semplice imparare a tirare dai 4 metri che dai 6,25 o dai 7,15...questo poco ma sicuro!
Così se avrete mai una J nel vostro nome state sicuri che la pronunceranno sempre.
Scion
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5 commenti:
Che stile impeccabile...
Scionnaccio sei sempre il migliore
grande simo... sono perfettamente daccordo con te..articolo super..
vi ringrazio fa veramente piacere leggere queste cose.
Scion
L'articolo è di Scion, ma precisamente in linea con il sito!
leggere articoli che trattano di basket e percepire leggendo la passione che scorre nelle vene di Scion mi fa sempre più capire perchè continuo ad amare coì tanto questo sport.
Bravo Scion
By Smily
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