lunedì, aprile 30, 2007

L'empatia del cinema


Il ruolo del male nella contemporaneità filmica

La contemporaneità cinematografica sta vivendo un momento di transizione. Al di là dei numerosi progetti che la filmografia occidentale considera in fase lavorativa, è innegabile che la crisi d’incassi dell’ultima stagione ha lasciato sbalorditi gli addetti ai lavori e l’Industria in generale. La mancanza d’idee e la pochezza dei contenuti sulla base di una apporto qualità-quantità ha disaffezionato il pubblico internazionale, diminuendo anche la semplice voglia di entrare in sala e pagare per quello che ritiene sempre meno uno spettacolo. Questo è dovuto anche all’espressione moderna dei molteplici generi cinematografici, in cui lo spettatore ripone l’interesse, che spesso viene disatteso da grandi e piccole major e riposto solo nelle cosiddette produzioni indipendenti. Negli ultimi anni ha preso piede la necessità di raccontare un certo tipo di tematica, la volontà di esporre agli occhi dell’opinione pubblica la rappresentazione del «male», inteso come riflesso condizionato delle nostre società ed il ruolo che è stato assunto appare quello dell’ espressione di una cinematografia condivisa, non eccessiva o fuorviante, bensì costruttiva anche nelle sue scene più spettacolari. Ciò che in questa sede si vuole venire a dimostrare è la concreta possibilità che le persone, specie in una fascia d’età in profondo mutamento come sono gli anni della post-adolescenza, traggano giovamento visivo e terminazione delle proprie tensioni sociali nell’immaginario di un cinema che pone, come detto, le sue radici in una cultura dell’inumanità intesa come oggetto parossistico e fumettistico della riflessione sociale. E ciò, che non deve essere necessariamente considerato un bene, è comunque un dato di fatto che s’impone all’attenzione socio-semiotica della contemporaneità. Questo va di pari passo con l’effettiva ammirazione che tali prodotti di celluloide assumono per coloro che li osservano da un punto di vista artistico e di estrema creatività. Si ricorre ad un tema preciso, nello specifico, al cinema pulp e alla rappresentazione del male, per allontanarli dalla vita comune. Come ammonimento alla strada sbagliata da non dovere percorrere. Letto in quest’analisi, ecco spiegato il motivo del successo planetario, che, a cavallo del nuovo millennio dominato da una fase di insicurezza e instabilità politica globale, porta il pubblico a ricercare nella violenza “mediatica” la risposta salvifica ai propri timori.
Un esempio di cinema pulp? Ricco di sangue, violenza ed ironia.
SimOne

mercoledì, aprile 25, 2007

LAMERICA


Digressioni da cartolina..



Quando sono sceso dall’aereo a Miami la prima cosa che ho fatto è stata….respirare.
Forse mi aspettavo di sentire il famoso profumo di libertà o chissà cos’altro, ed invece ho respirato solo i miasmi dei taxi che sfrecciavano verso downtown.
Per fortuna che quella è stata l’unica impressione negativa degli States.
Un viaggio unico, magico e spensierato come tutti-checchè se ne dica- vorrebbero fare.
Non oso dire irripetibile perché spero di tornarci il prima possibile, magari facendo un altro percorso e quindi un altro “viaggio”; l’America ti offre anche questo..è così grande che puoi viverci 7 vite e te ne avanzerebbe ancora per l’ottava.
Miami mi ha sorpreso per la vitalità, i colori e la rilassatezza molto poco americana e MOLTO cubana…la vita notturna, l’oceano, i macchinoni, le ville e quant’altro……una settimana vissuta PIENAMENTE .
L’unica cosa non piena era il portafogli.
A Denver, dato il carattere volutamente universitario che abbiamo improntato sulla 2a settimana, le spese sono state minori, ma non per questo il divertimento è andato a scemare!
Feste, barbecue, partite Nba..tutto quello che era americano di classe o cafonata l’ho fatto.
E sono ancora qui a pentirmi per il biglietto di ritorno.
Adoro l’Italia , ma la sensazione è che ora come ora l’America per un giovane che voglia provare a costruire un po’ più in libertà sia l’opzione migliore.
Ultima cosa in extremis zona Cesarini:
In Italia se t’azzardi a chiedere un’informazione per strada sei passabile di linciaggio…o tu stolto viandante, come osasti incrociare il tuo sguardo al mio chiedendo una tal futile informazione????
In America, cari bifolchi italiani, non solo ti danno l’informazione…ma ti accompagnano alla fermata giusta dell’autobus o chiamano il servizio associato col proprio cel!!! Il tutto col sorriso in bocca..
Hanno tantissime contraddizioni, ma non sono sicuro di essere migliore di loro…anzi.


Scion

lunedì, aprile 16, 2007

Imitando "La Cosa"


CAMBIANDO S’IMPARA...LA SOPRAVVIVENZA!!
Per sopravvivere siamo abituati ad imitare la realtà che ci circonda sin dalla nascita. Ci adattiamo a situazioni gestibili o meno, adeguandoci allo scorrer del tempo che cambia e muta le cose in profondità. Siamo comunque sempre padroni delle scelte e di una modificazione che riflette le nostre personalità, cosciente e decisa. Perché in fin dei conti cambiare significa crescere in una manifestazione nuova di esistenza, migliorare la propria individualità, uscire dai circoli viziosi e dalle stanze chiuse e stare meglio con sé stessi e nei confronti degli altri. Perdiamo tale potere quando di mezzo c’è una contaminazione, il cambiamento è fisico e avviene al nostro interno tramite un’influenza esterna, che di solito non è mai una sensazione positiva, ma l’insidiosa modificazione coatta.
Una mutazione che inizia lentamente e tende a sopraffare l’essere umano (ma non solo), imitandone le gesta e i comportamenti sociali, nonché ottenendone una propria viscerale razionalità con cui regola la propria sopravvivenza in ogni ambiente ostile. La Cosa rappresenta una variazione anomala nella sequenza delle basi in una molecola di DNA. E perciò, nonostante lo scontro tra civiltà in cui da sempre implode l’umana stirpe, non può che essere di natura extraterrestre. L’alieno di Carpenter è infatti una creatura ostile, che vive, prospera e cresce nutrendosi della mancanza di fiducia dell'uomo verso i suoi simili. Una visione radicalmente pessimista del contatto con una realtà ignota che delinea la poetica esistenzialista del regista: la razza umana è destinata a distruggersi perché l'uomo, anziché cooperare con i suoi simili, preferisce scontrarsi con essi, annientato da un egoismo che è radicato nella sua stessa natura. Cosa provoca questa collisione che realizza le fantasie più radicate come la minaccia alla propria “eterna” sicurezza?
Accade che ognuno guarda il proprio vicino con sospetto, perché forse egli non è quello che appare. Antipatie e tensioni preesistenti vengono amplificate e giustificate, non c'è nessuno
di cui ci si possa fidare, nessuna empatia possibile tra gli esseri umani.
Il terrore inizia a serpeggiare nella base antartica, la contaminazione è iniziata, ogni componente diffida dell’altro, perché la “cosa” è in grado di assimilare chiunque. La mutazione adattiva rientra nel concetto di Evoluzione di ciascuna specie, detta anche polimorfismo, fenomeno di apprendimento e successivo adattamento che di solito impiega millenni di mutazioni, prima di rendersi manifesto. Ma la “cosa” vuole soprattutto sopravvivere e lo farà velocizzando agli estremi questo processo, cambiando almeno una dozzina di forme e aspetti, in un continuo divenire, una metamorfosi della realtà sempre totalmente diversa dalla precedente. Umani vs alieni, una specie che vuole prevalere, o meglio sopravvivere all’altra, con tutti i mezzi a propria disposizione. La crisi di identificazione della società si va sgretolando, come nel film va emergendo sempre più la diffidenza e la totale estraneità verso il prossimo. Il livello di tensione, di smarrimento e di claustrofobia che viene raggiunto ha pochi eguali nella storia del cinema fantastico. Senza che lo spettatore se ne possa rendere conto, si spostano i punti di riferimento all’interno delle stesse angoscianti inquadrature, spiazzandoci l’istinto di visiva sopravvivenza: quella cosa innominabile può essere chiunque, può essere ovunque senza che nessuno se ne possa rendere conto, ciò che sembra essere non è. Attraverso il conflitto, attraverso l’opposizione è chiaro come solo (darwinianamente) stando ai cambiamenti che la perfezione naturale apporta al nostro organismo si cela l’unica possibilità dell’universale sopravvivenza dell’uomo. Imitando la cosa.
SimOne

giovedì, aprile 05, 2007

BASKET: Nuovo primato per Kobe


Kobe Bryant (#24), il fuoriclasse dei Lakers, è diventato il più giovane della storia della NBA a superare quota 19 mila punti in carriera strappando il primato a Michael Jordan. Il giocatore più rappresentativo della prima squadra di Los Angeles ha segnato 39 punti la scorsa notte contro Denver, diventando il più giovane cestista nella storia della NBA (a soli 28 anni e 223 giorni) a scollinare la fatidica soglia dei 19 mila in carriera. Il record precedente apparteneva a sua maestà Jordan, con 29 anni e 62 giorni. Ora lo aspetta il numero 20 e magari il meritato Mvp della stagione in corso...sempre che non arrivi il political correct della Lega a rovinare le attese.
simulescion3