LA VERA CRISI DIPENDE DALLA MANCANZA DI GENERI
(FILM MONOTEMATICI E PELLICOLE A SENSO UNICO NON COINVOLGONO PIU’...a lato "Le conseguenze dell'amore")
Ne abbiamo parlato,abbiamo provato a spiegarcelo,insomma ce lo siamo chiesto proprio tutti credo: Qual è la causa degli insuccessi commerciali dei film made in Italy? Ebbene a monte delle varie discussioni e delle ipotesi avanzate,la spiegazione l’abbiamo avuta sempre davanti agli occhi,senza rendercene conto. Cosa manca alla nostra “gloriosa” industria cinematografica per riuscire a risollevarsi,magari anche all’estero?In questi ultimi anni di grande rivoluzione visiva,con l’avvento e il conseguente impatto massmediale della tecnologia digitale,l’Italia(come altri paesi europei,non disperiamo)non è riuscita a mutare quella radicata abitudine del fossilizzarsi su un unico genere fiction: il dramma real-storico nel Belpaese.Per carità,nulla da togliere a quelle opere che annualmente tentano di risollevare il disastrato mercato italiano(interamente dominato dai prodotti hollywoodiani),ma la situazione resta tale. Questo è il quadro che si presenta ai nostri occhi,analizziamolo meglio. La totale presenza delle pellicole d’oltreoceano è dovuta proprio alla possibilità,che i film statunitensi concedono agli spettatori,di poter scegliere tra numerosi generi. Cosa che si rivela fondamentale poi all’ingresso in sala. Il fruitore italiano medio,se volesse optare per un film nostrano,non avrebbe nessuna difficoltà nel preferire il classico genere impegnato,ma se volesse cambiare,attirato,non so,dalla fantascienza,dall’azione,dall’horror,dal thriller e via citando,si troverebbe spiazzato,anzi privo di una qualsiasi possibilità di scelta. Come ho detto prima,salvo qualche eccezione,che effettivamente conferma la regola e che,negli ultimi anni,possiamo indicare in film come:L’imbalsamatore di Matteo Garrone,Almost Blue di Alex Infascelli,Ricordati di me di Gabriele Muccino,Piazza delle Cinque Lune di Renzo Martinelli,oltre ai soliti apprezzatissimi lavori di Salvatores,Verdone e di altri autori,la produzione italiana è orientata verso pellicole di scarsi e previsti incassi cinematografici e verso un successivo sfruttamento delle stesse a livello televisivo. Già,in Tv,dove per calcoli aziendali ed economici il filmetto soft da prima serata,magari ultracensurato,è dato in pasto ad un target senza nome,che,posso assicurare,è perfettamente consapevole della differenza di prime visioni passate dal grande al piccolo schermo e non se ne fa sempre una ragione. Bisognerebbe,dunque,guardarsi intorno e capire che i movie-gender sono opportuni e necessari ad un maggiore pluralismo cinematografico. Solamente in questo modo l’Italia dei film potrà riossigenarsi,solo così,potrà riaccendere nel pubblico quel desiderio smarrito di vedere un film italiano diverso dal solito.
SimOne
5 commenti:
Grazie Simonaccio, con la tua retorica moralista e involontariamente priva di rispetto, hai dato voce a tutte le mie frustrazioni. Il cinema italiano è un reality sciò(scritto in "italiesco")senza conduttore, non c'è scelta: commedia o dramma.
I soldi non ci sono e vabbè, hollywood è un altro pianeta e siamo tutti d'accordo, ma la creatività non costa nulla!
Abbiate rispetto per i cinefili italiani patetici registi del Bel Paese!!!!
Paolaccio
ecco perchè quando esce un film come Romanzo Criminale ci guardiamo tutti esterrefatti...uno ogni 25 anni.
Scion
A me me piaceno boldi e de sica che me fanno ride e nun me fanno pensà a li drammi de sta vita così piena de problemi.
il vero guaio del cinema italiano è che hanno litigato e sembra che li film insieme nun li vonno fa più.
Spero che lavorino bene pure da soli, così a natale invece de un film me ne vedo due
Perchè scrivere "a me me piaceno" quando poi usi bene il congiuntivo alla fine?
Non è una critica, anche a me piace De Sica.
Scion
Ah Mennaaaaaa...
SimOne
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