domenica, novembre 12, 2006

CINEMA: The Departed



Bello, bellissimo film come il sottoscritto non ne vedeva da un bel pò, sfornato dalla mente sapiente di quel genio che è Martin Scorsese, i cui recenti pseudo flops (Gangs of New York e The Aviator) lo hanno restituito allo stato di grazia al quale ci aveva abituati.
Grazie anche ad un' interpretazione molto intensa e piacevolmente nervosa di Leonardo Di Caprio, oramai attore prediletto dal buon Martin, ed al solito straordinario Jack Joker Nicholson (che qui appare come un padrino un tantino insudiciato dalla totale mancanza di moralità), che tra una battutaccia sui preti pedofili e uno sguardo come solo lui sa regalare ci offre ancora una volta cosa vuol dire "calarsi nella parte" quasi facendola sua, come se lui fosse sempre stato il Boss Costello e nessun altro.
Film magistralmente diretto ripreso da una pellicola hongKonghiana del 2002, The Departed rovescia subito il concetto di legge e fuorilegge, di giusto e sbagliato facendo fare paradossalmente la cosa giusta al protagonista con il passato e il presente più a rischio e la cosa sbagliata a quello dal passato immacolato e dal futuro in ascesa.
Si incontreranno dopo giochi psicologici, ricerche di giuda del dipartimento e omicidi più o meno preventivati, il tutto sotto gli occhi di una Boston che pompa il solito sangue irrequieto irlandese e che non dona ai suoi figli la benchè minima capacità di discernimento tra inferno e paradiso.
Ecco che quindi risulta importante la filosofia di vita di Jack Costello Nicholson, secondo il quale se non ci si può fidare nemmeno di preti -pedofili- e suore- un pò troppo libertine- figurati se vale la pena di porsi dei limiti in efferatezza e brama di potere.
Li tiene tutti nelle sue mani il buon Costello, rivelando e nascondendo tutto a tutti, dal suo protetto- protetto? chi protegge chi?- Matt Damon fino all' FBI, rimestando quel gran calderone di guardie e ladri che sfocerà nella rappresaglia più violenta e nella resa dei conti che non deve essere necessariamente, come il film del resto, "giusta".
Leo Di Caprio rischia la vita per consegnare Costello alla giustizia salvo scoprire che Costello in fin dei conti, è giustizia a sè, come lo specchio di ciò che non deve essere toccato in America.
Ecco perchè Costello parla come se fosse l'America in persona, lui ne rappresenta l'essenza estremizzata, il marciume e il potere, tutto all'ennesima potenza..come se dalle sue mani partissero i fili che governano il mondo.
Di Caprio trova anche il tempo di innamorarsi, nel poco tempo che gli concede il suo incarico di infiltrato, dell'unica persona che sembra non trattarlo come capra sacrificale, buono solo per abbattere a cornate il portone dorato della malavita organizzata bostoniana.
E' grande Leonardo in questo film, volubile, irascibile, nervoso e con un senso di giustizia che pare guidato più che altro dalla spaventosa voglia di vendetta che proverà nei confronti dell'irritante- e pur bravo- poliziottino Damon, che sembra uscirne indenne e pulito anche quando il letame sfiora il soffitto.
A pareggiare i conti- si far per dire- ci penserà Mark Wahlberg, che una volta tanto non impressionerà per l'eloquio forbito ma per quell'attimo d'esitazione prima di far fuoco e chiudere i giochi.
Menzione speciale per Martin Sheen, gran professionista, e per Alec Baldwin, se non fosse altro per essere stato il marito della Basinger.

Scion

Ecco il trailer:

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