domenica, agosto 27, 2006

Sense of humour.. parte 2°

Pensieri istantanei spesso portano a riflessioni, e le riflessioni talvolta portano a scrivere.
La mano ti si muove da sola, e tutto ti appare così chiaro mentre lo scrivi, che sei portato a chiederti da quanto tempo quel pezzo di te abitasse gli antri più reconditi della tua mente..in attesa di uscire. Questo sito/blog, oltre a parlare dei 3 argomenti che sapete, si prefigge anche di dare udienza e visibilità a chi, secondo l'insindacabile giudizio della redazione, è meritante di cotanti privilegi (si fa per dire ovviamente). Alessandro Bagnati alias Johnny (nonfaniente.blogspot.com) non è soltanto un bravo e capace ragazzo, ma è anche, secondo il nostro giudizio, un interessantissimo scrittore di mini racconti, nei quali la sua vena pulp e la cadenza cinematografica sono così ben delineate da far si che la redazione ci si rispecchi perfettamente. AVVERTENZE: si prega di leggere il seguente racconto di un fiato e senza perdersi in pensieri se non quelli che vengono richiamati dal naturale svolgimento del racconto stesso, così ve lo gustate di più.
BUONA VISIONE!

PISTOLA

In vita mia ne ho baciate di bocche, di corpi sudati, caldi, percorsi da brividi come fossero sottoposti ad elettroshock. In realtà non sono una puttana, pur avendo sempre agito su costrizione del mio feroce padrone. Ora, con la mia bocca, sto sfiorando una guancia irta di peli di barba ruvidi al tatto, è la barba di un uomo al contempo spaventato e rassegnato, consapevolezza propria solo di chi sa che la sua morte è vicina e non può far nulla per ritardarne il momento. Nonostante ciò, quell'uomo sprigiona ancora energia, calore epidermico; me ne accorgo soprattutto ora che il mio corpo è ancora freddo come può essere un pezzo di metallo limato. E' buffo: ogni volta che mi piazzano i proiettili nello stomaco dovrei provare un certo solletico, ma ora niente; non riesco ad avere alcuna reazione. Prima, anni fa, ogni volta che sentivo esplodere dal mio ventre la pallottola che poi vomitavo alla velocità della luce sulla faccia di qualcuno, provavo una certa emozione: tra la reazione fisica del passaggio da freddo a infuocato e i complimenti che biascicava il capo mentre mi soffiava sulle labbra fumanti, credevo di aver compiuto un gesto nobile. Ora non è più così: non riesco a non rendermi conto di essere un arnese che reca dolore, apre ferite, causa morte. E da quando ho appreso il mio triste compito non posso più rallegrarmi. Dannato bruto: ogni volta che ti congratuli con me per esserti stata fedele per l'ennesima volta, il sussurro delle parole che escono dalle tue luride corde vocali, le stesse identiche parole di sempre che un tempo mi facevano sentire importante, fa ardere in me la voglia di essere gettata in un fiume. Bang. "Brava, Wessy!"Man mano che mi avvicino all'uomo seduto sulla sedia di legno alla quale sono saldamente legati mani e piedi il suo sguardo si fa sempre più dilatato, il respiro diventa più profondo e ritmato da violente inspirazioni ed espirazioni, che forse sono il riflesso incondizionato di chi vuole incamerare per l'ultima volta la preziosa risorsa chiamata aria. Stavolta non voglio che vada a finire come le altre. Devo oppormi, devo fermarlo, devo salvare questa vita umana. Devo, devo, devo. Ma non posso. Il copione è lo stesso. Bang. "Brava, Wessy."La mia vita è questa e non riuscirò a cambiarla.

Non fa niente.

simulescion3

1 commento:

Anonimo ha detto...

Carino il racconto, ma se fossi una pistola me la godrei alla grande...
Paolaccio